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Ritardo neuropsicomotorio del bambino, come saperlo?

Aggiornamento: 5 gen 2020

Si dice che "alla nascita di un bimbo, il mondo non è mai pronto", e questo è, a maggior ragione, vero per bimbi #prematuri e per i loro genitori.


Ogni bambino prematuro, cioè nato prima della 37° settimana, è a rischio di RITARDO neuropsicomotorio.

In Italia 1 bambino su 14 nasce prematuro, e nel mondo se ne contano 13 milioni.

Sebbene la medicina e la tecnologia abbiano aumentato esponenzialmente la possibilità di sopravvivenza di questi bambini, rimangono due grandissimi problemi: l'inesistenza di un protocollo di diagnosi precoce di eventuali ritardi di sviluppo neuropsicomotorio e, successivamente, la scarsa informazione su metodi di terapia precoce che prevengano e/o riducano i danni eventualmente occorsi per motivi genetici o pre-post parto.

E’ estremamente importante che ogni #genitore capisca quanto il primo anno di vita sia cruciale, il primo anno di vita è il volano dello sviluppo del bambino.
Più un genitore conosce le tappe di sviluppo dal primo minuto di vita autonoma ai 12/18 mesi, più potrà essere sicuro che il bambino avrà una vita al massimo delle sue potenzialità.

Il progetto RAISE – Research and Assistance for Infants to Support Experience è un progetto promosso dalla Fondazione C.O.ME. Collaboration ONLUS, con cui si intende promuovere la salute del bambino attraverso un approccio terapeutico multidisciplinare, che comprende anche il trattamento manipolativo #osteopatico. RAISE con i propri professionisti è un valido ausilio clinico, scientifico e assistenziale in ambito neonatologico e pediatrico.

Non solo, il progetto abbraccia la ricerca per produrre robuste evidenze scientifiche sull’effetto del trattamento manipolativo osteopatico su piccoli pazienti.


Negli scorsi anni, i dati, raccolti negli ospedali che accolgono gli osteopati, si è già dimostrato che i prematuri trattati riducano i tempi di degenza in ospedale di almeno 4 giorni, che presentino meno problemi nella suzione, reflusso, #coliche e plagiocefalia.

Tutti i bambini del mondo, infatti, dalla Cina all’Europa, dall’Australia al Sud America, acquisiscono delle competenze motorie e lo fanno sempre con la stessa sequenza temporale.



CONOSCIAMO INSIEME IL NEONATO: cosa sa fare un bimbo da 0 a 12 mesi?

Cosa sa fare un bimbo da 0 a 6 settimane?

A pancia in giù il bambino mostra un atteggiamento di quasi completo abbandono sul piano d’appoggio. La testa è girata da un lato per liberare il naso e la bocca (riflesso di Smith-Axoy). Le braccia sono addotte, flesse, molto vicine al corpo, non c’è appoggio sugli avambracci. Gli arti inf. possono essere addotti e flessi sotto la pancia, o non liberamente estesi. La zona che rimane più in alto è il sederino.

A pancia in sù il bambino si muove con tutto il corpo e, non c’è, apparentemente, differenziazione di attività tra i vari settori del corpo. Possono essere presenti reazioni di paura (riflesso di Moro) tremori, irrigidimenti degli arti inferiori, inarcamento del tronco e movimenti quasi distonici degli arti superiori, quando il bambino reagisce a qualcosa che lo stimola. Tutto ciò deve scomparire in genere entro le prime sei settimane, al massimo entro i primi due mesi.





Cosa sa fare a 2 mesi?

All’età di due mesi il bambino inizia ad essere attratto da stimoli visivi ed uditivi ed è incentivato ad alzare la testa, sostenendosi per brevi periodi sugli avambracci. Ciò dimostra che il bambino ha già raggiunto un certo livello di controllo posturale e riesce a sollevare una parte del proprio corpo dal piano d’appoggio.


Cosa sa fare a 3 mesi?

Avviene un certo “raddrizzamento” si può notare quindi una progressione dell’appoggio, dal polso verso l’avambraccio. L’appoggio degli avambracci sul piano è simmetrico a tre mesi ed è capace di portare le mani sulla linea mediana ed anche alla bocca.


Cosa sa fare ai 4 mesi/4 mesi e mezzo?

Durante il 4′ mese porta con facilità e frequenza le mani alla bocca e successivamente, dopo la fine del 4′ mese, il bambino riesce a prendere anche gli oggetti e a portarli alla bocca. L’appoggio funzionale dei quattro mesi a pancia in giù dunque è sui gomiti e le mani cominciano a liberarsi. Verso i quattro mesi e mezzo, il bambino riesce ad avere l’appoggio su di un gomito e a tenere l’altro braccio e mano alzati dal piano d’appoggio: la base d’appoggio diviene così triangolare e molto ristretta (arto inferiore opposto gomito in appoggio si abduce e flette). A quattro mesi, quattro mesi e mezzo il bambino comincia a girare da supino sul fianco compiendo mezzo rotolo.


Cosa sa fare ai 6 mesi?

A sei mesi il bambino sposta sempre più caudalmente il baricentro e si solleva estendendo armonicamente le braccia appoggiandosi sulle mani (“il bambino sale al secondo piano”). A sei mesi sa girare da supino a prono.




Cosa sa fare a 7 mesi?

Settimo mese coordinazione occhio-mano-bocca-piede, segnale molto importante di competenza posturale e di capacità di controllo dell’equilibrio.


Cosa sa fare a 8 mesi?

Verso gli otto mesi il piccolo può stare sia a quattro zampe, sia a tre zampe (appoggiato su di un solo braccio esteso, ad arti inferiori differenziati per avere a disposizione un braccio per prendere). Solo dopo questa fase il bambino inizierà a fare i primi tentativi di strisciamento autonomo. La posizione carponi è caratteristica dell’età di otto mesi, mentre il cammino a quattro gambe inizia a nove mesi.


Cosa sa fare a 9 mesi?

Dalla posizione carponi è molto facile giungere alla posizione seduta simmetrica e viceversa, passando attraverso un atteggiamento di appoggio asimmetrico sugli arti inferiori semiflessi. Tutto questo avviene a circa nove mesi. Quasi contemporaneamente il piccolo inizia a fare tentativi, dapprima goffi poi via via sempre più precisi, di postura quadrupedica a “plantigrado”, cioè a quattro gambe con appoggio sulle mani e sui piedi

Cosa sa fare tra i 10 e gli 11 mesi?

A circa dieci – undici mesi il piccolo compie tentativi di verticalizzazione con appoggio spontaneo delle mani su un oggetto sicuro in relazione alla abilità e disinvoltura del controllo della posizione quadrupedica. Contemporaneamente, da dieci mesi in poi, il bambino sa “correre” carponi con movimenti alternati e coordinati degli arti.


Cosa sa fare tra gli 11 e i 12 mesi?

A circa undici – dodici mesi, il bambino, sostenuto adeguatamente o con l’appoggio, impara la verticalizzazione su ambedue i piedi. Il tempo che intercorrerà dal momento di tutte queste acquisizioni alla deambulazione autonoma, passando normalmente attraverso la tappa della cosiddetta “navigazione costiera” (spostamento con appoggio alle pareti o ai tavoli), è molto vario ed è legato a caratteristiche individuali o educative.

Quello che è certo è che la deambulazione autonoma in un bambino sano dovrebbe essere possibile prima dell’età di diciotto mesi, e lo sarà certamente se tutte le varie tappe precedenti sono state superate spontaneamente.





In conclusione, la diagnosi ed il trattamento precoce è indispensabile e dovrà essere impostato su due capisaldi:


. La perfetta conoscenza delle caratteristiche fondamentali dello sviluppo del bambino normale (non deve essere data per scontata!) e la perfetta conoscenza delle modalità di sviluppo dei bambini con problemi (non è sempre così facile!). Ogni tappa sopra descritta può avere uno scarto di massimo due settimane.

Di conseguenza, bisogna sempre diffidare di che dice: “con il tempo crescerà ed imparerà!“.


. Prendere in considerazione subito, e con attenzione del tutto particolare, “le categorie di parto cosi dette a rischio per un futuro sviluppo patologico”, siano esse di natura ereditaria, quindi note, o casuale-traumatico-lesionale.


Ci sono particolari condizioni alla nascita e nella storia anamnestica pre e postnatale del bambino che già di per se’ fanno sospettare il rischio di un futuro sviluppo anormale:

  1. parti dismaturi

  2. parti gemellari

  3. parti distocici (forcipe – ventosa – taglio cesareo)

  4. parti prematuri

  5. parti da madri diabetiche

  6. parti da madri con gestosi

  7. indice di Apgar < 3 al 1° min

  8. crisi convulsive neonatale

  9. iperbilirubinemia a rischio – ittero neonatale grave

  10. crisi ipoglicemiche ed ipocalcemiche con segni neurologici

  11. neonati con infezione in atto

  12. parti con liquido amniotico molto tinto o melmoso


Infatti la stragrande maggioranza, per non dire la quasi totalità, dei “bambini con problemi” esistenti sul territorio (che non siano di origine ereditaria, genetica o cromosomica), hanno nella loro storia uno o più di questi dati o segni.

Il bambino sospetto (tanto più se è a rischio) è riconoscibile anche dal genitore se presenta:

  1. Difficoltà nella suzione

  2. tensione e pianto durante il cambio del pannolino e durante il bagnetto

  3. strabismo accentuato e progressivo

  4. scarsa attenzione agli stimoli affettivi (non orienta lo sguardo, non guarda) e scarsa iniziativa psicomotoria (bambino mangia e dorme)

  5. tiene sempre il capo da un lato

  6. rigidità agli arti

  7. crisi epilettiche, convulsioni

  8. dorme poco e male ed è fastidioso, irritato, irritabile

  9. tosse, rigurgiti e vomito frequenti e non motivati

  10. non è un bambino “sereno”, lo si gestisce male!!


Si segnala che l'Osteopata Vera Fittipaldi, membro ROI, offrirà, nel mese di Gennaio, un primo Trattamento Osteopatico gratuito per tutti i bambini nati prima della 37° settimana, ma entro i 18 mesi d'età! Le offerte eventualmente ricevute saranno devolute in favore della ricerca RAISE.


Dove: in Basilicata, presso il centro Epiùsion, a Lauria (PZ) ed in Toscana, presso Studio Igea, a Pisa.

Per info e prenotazioni contatta il numero diretto 3920913790.

Per approfondimenti o per cercare gli ospedali e/o gli studi privati che aderiscono all'iniziativa visita il sito www.theraise.org


 
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